Sul SARS-CoV-2

Nella pandemia da SARS-CoV-2 i numeri e l’impatto del contagio presentano delle differenze a seconda che si tratti di età adulta o di età evolutiva. In quest’ultima i contagi sono in numero minore e le manifestazioni meno gravi.

 

 

Sei domande a

Alberto Villani

 

1. Quali sono le caratteristiche che hanno reso il SARS-CoV-2 così devastante in tutto il mondo?

Nessuno avrebbe potuto prevedere (immaginare) pochi mesi fa che si creasse una situazione di emergenza sanitaria (pandemia) in grado di paralizzare tutto il mondo. I fattori determinanti che hanno generato questa situazione è possibile riassumerli in questi punti essenziali, ovvero che il SARS-CoV-2 è:

1) un virus nuovo

2) altamente contagioso

3) in grado di determinare una polmonite interstiziale acuta molto grave

4) privo di terapia specifica e/o efficace.

La facilità con la quale si è diffuso ha reso il SARS-CoV-2 particolarmente pericoloso. Inoltre, infettando in pochissimo tempo un significativo numero di soggetti, molti dei quali richiedono terapia intensiva, ha creato serissimi problemi assistenziali in tutto il mondo.

2. Quanti sono i soggetti in età evolutiva cui è stata diagnosticata a oggi (10 aprile 2020) una infezione da SARS CoV 2 in Italia?

I soggetti in età evolutiva con diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 in Italia sono poco più di 2000. In particolare sono 300-400 nelle fasce di età 0-1, 2-6 e 7-11 anni, mentre salgono a circa 900 tra 12 e 18 anni. Sono stati seguiti prevalentemente presso il domicilio, mentre i ricoverati sono stati poco più di 100 e quindi rappresentano il 7% del totale degli infetti.

 

3. È vero che i bambini si ammalano me-
no e/o presentano manifestazioni meno gravi?

Sin dalle prime settimane (casistica cinese) è emerso che i bambini presentassero sintomi prevalentemente lievi. Non è a oggi dimostrabile che i bambini contraggano meno l’infezione, certamente quando la contraggono sono spesso asintomatici o pauci sintomatici. A oggi, in Italia, i soggetti in età evolutiva hanno rappresentato una esigua parte degli infetti diagnosticati (circa 1,6% del totale) ed è stato riportato un unico caso di letalità (in una bambina di 5 anni con pregressa grave patologia). Le forme cliniche finora descritte in Italia sono decisamente meno impegnative con pochissimi casi gravi, in età adolescenziale, e nessuno critico. Purtroppo nel resto del mondo sono stati descritti sia decessi che casi critici anche in età evolutiva. Probabilmente le misure contenitive adottate in Italia hanno contribuito significativamente alla migliore situazione nel nostro Paese.

 




4. Nell’infezione da SARS-CoV-2 avviene la trasmissione verticale (madre-figlio)?

Non è dimostrata a oggi la trasmissione verticale dell’infezione da SARS CoV 2. Nei casi finora descritti di infezione nei neonati, nella quasi totalità dei casi affetti da forme asintomatiche e/o pauci sintomatiche, il contagio è avvenuto post nascita. A oggi non ci sono elementi che non consentano l’allattamento materno, purché nel rispetto delle indicazioni fornite dalla Società Italiana di Neonatologia.

 

5. In che tempi potrà essere disponibile un vaccino contro il SARS-CoV-2?

L’emergenza che sta stravolgendo il mondo ha generato uno straordinario interesse e un impegno incredibile da parte di numerosi e qualificati centri di ricerca. Sono già in fase avanzata di elaborazione alcuni vaccini1 ed è ragionevolmente verosimile che in tempi insolitamente brevi (forse solo pochi mesi) sarà disponibile almeno un vaccino sicuro ed efficace. Una volta disponibile dovrà essere prodotto un significativo sforzo nel produrne adeguate quantità e in tempi quanto più rapidi possibile: una grande sfida per la ricerca e per la tecnologia per produrre vaccini.

 

6. Quando sarà possibile tornare a una vita normale?

È molto difficile prevedere un ritorno alla normalità, soprattutto se intesa come vita prima del SARS-CoV-2. È certo che si dovrà procedere gradualmente e con massima attenzione a tutte le cautele per evitare la persistenza/diffusione dell’infezione tra la popolazione. Molto verosimilmente, certamente fino a che la popolazione non sarà meno suscettibile (per esempio grazie alla disponibilità di un vaccino) sarà una vita certamente diversa: nulla potrà essere come prima del coronavirus

 

Presidente SIP