Login Password Accedi Password dimenticata? Dettagli Gennaio-Marzo 2022, Vol. 23, N. 1 AreaPed 2022;23(1):24-28 doi 10.1725/3778.37635 € 10 Acquista articolo Citazione Pomo R, Cernigliaro A. La campagna di riduzione del rischio sids e le indagini conoscitive in Regione Sicilia. AreaPed 2022;23(1):24-28. doi 10.1725/3778.37635 Scarica la citazione: BibTex EndNote Ris Altro dagli autori Articoli di Raffaele PomoArticoli di Achille Cernigliaro La campagna di riduzione del rischio sids e le indagini conoscitive in Regione Sicilia titolo - split_articolo,controlla_titolo - art_titolo La campagna di riduzione del rischio sids e le indagini conoscitive in Regione Sicilia testo - art_testo Per ridurre il rischio di SIDS, tanto più precocemente i genitori e i caregiver vengono informati sulle norme protettive tanto più la prevenzione risulta essere efficace. autori - vau_aut_id Raffaele Pomo1, Achille Cernigliaro2 affiliazione_autori - art_affiliazioni 1 Ospedale Buccheri la Ferla FBF Palermo, responsabile del Centro di riferimento SIDS/ALTE Regione Sicilia 2 Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico Assessorato della Salute Regione Sicilia, ASP TP testo - art_testo Report clinico. C. C. nasce il 30/09/2019 presso l’ospedale di Cefalù, alla 41,2a settimana di gestazione, da parto spontaneo con indice di APGAR al 1°: 9 al 5°: 10. Le condizioni socio-economiche della famiglia sono precarie; la mamma minorenne (17 anni), con lieve ritardo mentale, convive con un uomo più anziano di lei (58 anni). La famiglia si avvale per l’accudimento della piccola del supporto dei servizi sociali e dell’aiuto di una zia, sorella del padre. Nei primi mesi di vita la bimba cresce bene e non vengono descritti eventi patologici di rilievo tranne qualche episodio di cianosi dopo la poppata da rigurgito, motivo per il quale i genitori si sono recati due volte al P.S. senza però che i medici evidenziassero mai nulla di significativo. L’allattamento è artificiale, il padre fumatore, e – per dormire –, la bambina viene messa nel lettone dei genitori, a volte anche sul divano dove suole riposare accanto al padre. Al terzo mese di vita, dopo più di un’ora dalla poppata, la piccola viene trovata morta sul divano. L’accertamento del medico legale e dei carabinieri sul luogo del decesso e la successiva autopsia hanno escluso cause traumatiche e nulla di significativo che potesse spiegarne il decesso. Al termine delle indagini e degli accertamenti diagnostici viene fatta diagnosi di morte in culla. Nel contempo è stato fornito alla famiglia sostegno concreto per l’elaborazione del lutto dal centro SIDS/ALTE. Sudden Infant Death Syndrome La SIDS rappresenta, nei Paesi industrializzati, la prima causa di morte nell’età compresa tra 1 e 12 mesi, con una massima incidenza tra il 2° e il 4° mese di vita. Studi recenti, eseguiti nelle regioni d’Italia nelle quali sono state effettuate campagne di riduzione del rischio SIDS, diffuse e periodiche, e dove l’accertamento diagnostico nei bambini morti per SIDS risulta essere corrispondente alle linee guida più aggiornate,1 stimano una incidenza pari allo 0,1‰-0,4‰ dei nati vivi.2,3 Anche se le cause di questa sindrome non sono ancora note, il modello eziopatogenetico, adottato dalla comunità scientifica, del triplice rischio4 sembra essere quello più accreditato a spiegarla. Secondo questo modello, essa avviene grazie tre fattori interdipendenti: un periodo di sviluppo critico, la presenza di fattori esterni scatenanti e una vulnerabilità di base. Quindi, in un determinato periodo della vita del lattante, che corrisponde ai primi mesi di vita, determinati fattori di rischio possono provocare il decesso improvviso ed inatteso in taluni bambini che presentano una labilità dei meccanismi di autorianimazione. Fattori genetici o alterazioni dei nuclei del tronco encefalico che sono implicati nel controllo dell’attività cardiorespiratoria possono spiegare questa vulnerabilità di base. La strategia vincente La correlazione, statisticamente significativa, della posizione prona durante il sonno del neonato o del lattante e/o di altri fattori di rischio e la maggiore incidenza di SIDS è stata ribadita fin dal 1992 dall’AAP. Successivamente nel 1994 anche la posizione di lato, durante il sonno, veniva giudicata a rischio SIDS. Era così iniziata negli Stati Uniti e nel mondo intero la “Back to Sleep Campaign” da parte di società scientifiche, associazioni dei genitori, organi istituzionali con programmi sanitari mirati alla prevenzione della SIDS.5 Questa campagna informativa, per la sua rilevanza ed efficacia, è stata classificata al secondo posto, per importanza, tra i sette grandi risultati in pediatria negli ultimi 40 anni6 in un sondaggio aperto, condotto negli Stati Uniti, dal “Committee on Pediatric Research dell’American Academy of Pediatrics (AAP)”. Nel 2016 la “Back to Sleep Campaign” è stata denominata “Safe to sleep” in considerazione del fatto che i fattori di rischio correlati alla SIDS sono i medesimi di quelli delle patologie “sonno correlate”.7 Pertanto, ad oggi, l’unica strategia valida per ridurre sensibilmente l’incidenza della SIDS rimane sempre quella di eliminare quei fattori di rischio modificabili e promuovere quelli protettivi volti ad assicurare un sonno sicuro nei primi mesi di vita. Indagine conoscitiva delle norme di accudimento per ridurre il rischio SIDS in Sicilia. In regione Sicilia, grazie ai fondi nazionali FSN 2011 e 2012, si è proceduto ad una campagna informativa mirata a ridurre la mortalità infantile per SIDS sensibilizzando i genitori di neonati o di lattanti all’osservanza di semplici norme di accudimento protettive per la SIDS. Tale osservanza avrebbe comportato una garanzia di vita, per anno, di almeno 4–16 bambini, a rischio SIDS, a fronte dei circa 40.000 nati circa. Si è reso necessario di conseguenza monitorare l’efficacia di tale campagna informativa sia in corso di espletamento che successivamente, per intervenire prontamente – con eventuali azioni correttive. Sono state effettuate due indagini conoscitive in tempi diversi, nel 2015 e nel 2017, da parte del Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico Assessorato della Salute Regione Sicilia, del Centro di riferimento regionale per la morte in culla dell’Ospedale Buccheri La Ferla di Palermo, del Dipartimento di Scienze per la promozione della salute materno-infantile G. D’Alessandro, dell’Università degli Studi di Palermo, dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Alla prima indagine8 hanno partecipato tutti i 273 centri vaccinali presenti sull’intero territorio regionale e sono stati interessati i bambini sottoposti alla prima dose vaccinale nel mese di maggio del 2015. I questionari somministrati sono stati in tutto 2.692. La seconda indagine9 è stata condotta nel trimestre maggio-luglio del 2017 e sono state coinvolte 1.055 neo-mamma che hanno partorito 30 giorni prima. Il campione, rappresentativo e proporzionale per provincia, è stato selezionato con metodo casuale semplice sulla base dei nati in Sicilia nell’anno del 2017 (n. 43.187), con una prevalenza del 50%, un livello di confidenza del 95% e una precisione di ±4,5.9 Il questionario somministrato riguardava diversi aspetti del decorso della gravidanza, del parto, del post-partum e del puerperio, oltre che dell’alimentazione del bambino, delle norme d’accudimento e di alcuni aspetti di carattere sociodemografico della madre e della famiglia. Inoltre, nel presente articolo, vengono citati i dati pubblicati dal Sistema di Sorveglianza sui determinanti di salute nella prima infanzia “zero due”10 in Italia del 2018/2019 dove sono state raccolte informazioni su alcuni determinanti di salute del bambino da prima del concepimento a 2 anni di vita. Si sono così prodotti indicatori, in parte richiesti dalla Organizzazione Mondiale della Sanità e/o dai Piani Nazionali e Regionali della Prevenzione, che hanno consentito confronti territoriali e intertemporali grazie alle interviste avvenute tra dicembre del 2018 e aprile del 2019, di 29.492 mamme nelle 11 regioni che avevano aderito alla Sorveglianza. Risultati Ad un mese di vita9 è risultato che il 62,2% delle madri pone il proprio figlio nella posizione supina durante il sonno; il 37,9% allatta in modo esclusivo al seno; l’89,0% non è fumatrice; l’87% dei bambini non dorme nello stesso letto dei genitori, l’84% utilizza il room-sharing e il 34% utilizza il ciuccetto per l’addormentamento. Mentre a due tre mesi di vita8 la posizione supina, durante il sonno, era osservata nel 62,4% dei 2.883 bambini esaminati; il 94,2% delle mamme non aveva fumato in gravidanza su un campione totale di 2.773 e prima della gravidanza non aveva fumato il 75,6% delle 2.885 mamme intervistate. La temperatura dell’ambiente era di 18-20°C per il 70,3% dei casi; mentre per il 23,9% la temperatura era > 20°C. e < 18°C per il 5,7% su un campione totale di 2.831 bambini. A dormire nella stessa stanza sono stati il 97,7% dei 2.902 bambini. Dormire nello stesso letto dei genitori lo fanno il 24,7% su un campione di 2.897 bambini. L’allattamento materno esclusivo era praticato nel 29,3%, quello artificiale nel 47,8%, quello misto il 22,9% su un campione di 2.908 di bambini. L’uso del ciuccio per l’addormentamento era praticato per il 58,3% su un totale di 2.625 bambini. Nella figura 1 vengono illustrati i dati della posizione del sonno del lattante a 2-3 mesi di vita nelle varie provincie siciliane.8 Nella figura 2 sono riportati i dati del Sistema di Sorveglianza sui determinanti di salute nella prima infanzia “zero due”10 per la posizione durante il sonno nelle varie regioni d’Italia. In figura 3 i dati nelle singole provincie siciliane a tre mesi8 per l’allattamento materno. Nella figura 4 bambini allattati al seno in maniera esclusiva nella fascia di età 4-5 mesi per regioni di Italia.10 Inoltre è stata condotta un’analisi logistica multivariata per valutare le associazioni della posizione del bambino durante il sonno, l’allattamento esclusivo a un mese di vita e il fumo passivo con alcune variabili come età, nazionalità e istruzione materne, parità, partecipazione al corso pre-parto nell’ultima gravidanza, prescrizione della formula artificiale in ospedale e risorse economiche. La figura 5 mostra l’allattamento al seno esclusivo e le aree di diverso svantaggio socioeconomico.9 Nella figura 6, invece, l’allattamento ad un mese e l’età gestazionale alla nascita a tre mesi.8 Analisi delle indagini e discussione La posizione supina del neonato, durante il sonno, non è generalizzata bensì pari a meno dei due terzi dei casi con percentuali diverse se si confrontano le varie provincie siciliane e se si rapportano questi dati con quelle delle altre regioni d’Italia. La posizione supina è maggiormente correlata con l’età materna avanzata, l’alto livello d’istruzione materna, il reddito elevato e l’allattamento esclusivo a un mese di vita. Dall’analisi logistica multivariata risulta inoltre che essa è associata negativamente al fumo dopo il parto e alla mancata prescrizione della formula artificiale alla dimissione dall’ospedale. Non si riscontrano differenze significative tra i nati di madri straniere rispetto ai nati di madri italiane (p>0,05), né significativa risulta essere la parità e l’aver frequentato il corso pre-parto nell’ultima gravidanza. L’allattamento esclusivo a un mese è correlato al basso livello di istruzione materna, primiparità, un titolo di studio medio-basso, mancata partecipazione ad un corso pre-parto, prematurità, l’aver ricevuto la prescrizione della formula alla dimissione mentre è favorito se praticano lo skin to skin, usano meno farmaci e il dormire nella stessa stanza dei genitori (rooming-in). Le ridotte risorse economiche non sembrano incidere sull’interruzione precoce dell’allattamento esclusivo a un mese ma lo sono a sei mesi. Anche per l’allattamento esclusivo al seno la distribuzione sul territorio è disomogenea con differenze tra le varie provincie e regioni d’Italia. Fumare in gravidanza e dopo la nascita del bambino rappresenta il singolo fattore di rischio di SIDS più significativo dopo la posizione prona nel sonno. Dall’analisi multivariata condotta risulta che le donne che fumano a un mese dal parto sono quelle che hanno un titolo di studio più basso rispetto a quelle non fumatrici e hanno minori risorse economiche per arrivare a fine mese. La primiparità risulta essere un fattore disincentivante al fumo. Conclusioni In questo articolo, sono stati riportati i risultati delle due indagini effettuate in Regione Sicilia sulle norme di accudimento per un sonno sicuro. Esse riguardano due campioni rappresentativi di lattanti, uno al 1° mese9 e un altro al 2°-3° mese di vita,8 inoltre sono stati riportati anche alcuni dati pubblicati dal sistema di sorveglianza sui determinanti di salute nella prima infanzia “zero due” del 2018/2019.10 Queste indagini riportano analoghe conclusioni e confermano la necessità di continuare la campagna informativa sulla riduzione rischio SIDS. Essa, per essere di efficacia, deve rispondere a criteri oggettivi di realizzazione e di verifica. Gli operatori sanitari devono essere adeguatamente formati affinché possano informare con certezza ed incisività. La modalità della comunicazione deve essere omogenea, di ampia scala, diffusa e capillare, interessando tutta la popolazione pediatrica. Un altro elemento determinante è la tempistica: tanto più precocemente i genitori e i caregiver vengono informati sulle norme protettive tanto più essa risulta essere efficace. Pertanto, è importante iniziare sin dai corsi di accompagnamento al parto o anche prima del concepimento, per esempio nelle scuole, coinvolgendo sia i ginecologi che gli ostetrici oltre che naturalmente i pediatri, i neonatologi, le puericultrici, i medici vaccinatori e i mass media. La campagna di informazione, se ben condotta, comporta una reale riduzione dei casi di morte in culla e non solo perché nel tempo si è verificato una maggiore affinamento nei percorsi diagnostici, escludendo quelle forme non SIDS che prima erano considerate tali. Dalle indagini effettuate è risultato evidente considerare lo svantaggio economico, sociale e territoriale nonché l’età gestazionale, e questi dati, insieme a quei determinati che di fatto ostacolano il messaggio (vedi la prescrizione di latte artificiale, sin dalla nascita, a tutti), devono essere attenzionati per una campagna informativa mirata la quale deve rientrare in un contesto più grande che è la promozione alla salute del neonato e del lattante nei primi 1000 giorni a garanzia di una migliore qualità di salute del bambino e successivamente dell’adulto Gli autori dichiarano di non avere alcun conflitto di interesse. biblio_titolo - ignora Bibliografia bibliografia - art_bibliografia 1. Legge n.31 – 02 febbraio 2006 Disciplina del riscontro diagnostico sulle vittime della sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS) e di morte inaspettata del feto. 2. Piumelli R, Nassi N, Buccoliero A, et al. The multiagency approach to Sudden Unexpected Infant Deaths (SUID): eleven years’ experience in the Tuscany Region. Ital J Pediatr 2020; 46: 99. 3. Monti MC, Montomoli M, Marinoni A, et al. Mortalità infantile e morte improvvisa in culla in Lombardia – http://www.epidemiologiaeprevenzione.it › materiali 4. Filiano JJ, Kinney HC. A perspective on neuropathologic findings in victims of the sudden infant death syndrome: the triple-risk model. Biol Neonate 1994; 65: 194-7. American Academy of Pediatrics. AAP Task Force on Infant Positioning and SIDS: Positioning and SIDS. Pediatrics 1992; 89: 1120-26. 5. Cheng TL, Monteiro N, DiMeglio LA, et al. Sette grandi risultati nella ricerca pediatrica negli ultimi 40 anni. Pediatr Res 2016; 80: 330-7.SIDS and Other Sleep-Related Infant Deaths: Evidence Base for 2016 Updated. Recommendations for a Safe Infant Sleeping Environment Rachel Y. Moon, MD, FAAP, Task force on SIDS American ...pediatrics.aappublications.org › peds.2016-2938.f 6. Cernigliaro A, Immordino P, Miceli P, et al. Prevalenza dell’allattamento al seno in Sicilia: un’analisi dello svantaggio socio-economico di contesto e altri fattori di rischio associati (anno 2015). Convegno AIE, 28-30 ottobre 2015, Milano. 7. Cernigliaro A, Palmeri S, Immordino P, et al. Allattamento al seno in Regione Sicilia (Sud Italia): analisi della prevalenza, delle disuguaglianze contestuali e di altri fattori di rischio associati. Epidemiol Prev 2018.Attendere... PER VISUALIZZARE IL TESTO COMPLETO EFFETTUARE L'ACCESSO