I dati raccontano

La situazione pandemica rimane complessa persistendo ancora molte incertezze, ma i dati che abbiamo oggi sono incoraggianti. Gli unici dati da interpellare sono quelli verificati su base scientifica.

di Luciana Indinnimeo

direzione.areapediatrica@sip.it

I n Italia e in gran parte d’Europa si parla di riaperture, si ipotizza di abbandonare le mascherine anche in ambienti chiusi e si cerca di far ripartire al 100% l’economia. Ma la situazione sembra essere ben diversa in Paesi a noi molto vicini. Anche in Europa ci sono nazioni che stanno subendo l’impatto della quarta ondata della pandemia da SARS-CoV-2 e registrano tanti nuovi casi ma soprattutto un numero molto elevato di ospedalizzazioni e decessi. È il caso della Russia, della Romania, della Bulgaria, della Serbia, ma non solo. Nel mese di ottobre in Russia è stato registrato il record di morti in un giorno dall’inizio della pandemia (circa 1000), in Romania l’aumento dei contagi ha portato a occupare tutti i posti letto in terapia intensiva, in Bulgaria si registrano oltre 100 decessi al giorno mentre in Ucraina vengono superati i 300. E anche in Paesi meno vicini come gli Stati Uniti i dati continuano a preoccupare (oltre 1800 decessi quotidiani).

I dati sono ricavabili analizzando quelli riportati da “Our World in Data”. Per quanto riguarda i contagi le cifre vengono fornite sulla base della media degli ultimi sette giorni dei casi confermati per un milione di abitanti. Alto è il dato registrato in Serbia con quasi mille casi, Romania, ma anche nel Regno Unito, Usa e Bulgaria. Molto più bassi i contagi nei Paesi come Germania, Francia e Italia, in cui sono state effettuate più vaccinazioni.

Per quanto riguarda i dati sulle vaccinazioni, i soggetti che hanno completato il ciclo con due dosi di vaccino sono molti di più nei Paesi con i tassi più bassi di mortalità: Italia, Francia, Regno Unito e Germania. All’opposto i Paesi con meno vaccinati registrano una maggiore incidenza di decessi. Al momento in cui scrivo, in Italia il totale delle somministrazioni di dosi di vaccino, tra prima e seconda, è di circa 82 milioni. Dei soggetti con età superiore ai 12 anni, circa l’85% ha completato l’intero ciclo vaccinale, l’87% ha ricevuto almeno una dose di vaccino, ed è iniziata la somministrazione di una terza dose ad alcune categorie di popolazione.




La campagna di vaccinazione sembra quindi produrre i risultati sperati, nonostante ciò, le misure di controllo come l’introduzione del green pass, e quelle comportamentali, il distanziamento e l’uso della mascherina, proseguono. Ciò significa che dobbiamo continuare ad essere prudenti in quanto non è stata ancora raggiunta l’immunità di gruppo, indispensabile per riprendere in sicurezza le nostre attività.

La situazione pandemica è ancora complessa e persistono molte incertezze, ma i dati che abbiamo oggi sono importanti e incoraggianti. La vaccinazione anti SARS-CoV-2 è stata approvata nei bambini nella fascia di età 5-11 anni in base ai dati a nostra disposizione e al rapporto favorevole rischio-beneficio.

Le molte narrative generate da SARS-CoV-2 sono prevalentemente il frutto del nuovo ambiente informazionale contrassegnato dalle tecnologie digitali dell’informazione e della comunicazione in cui le generazioni future trascorreranno la maggior parte del loro tempo. Le tecnologie digitali aprono notevoli opportunità, che implicano grande responsabilità intellettuale per comprenderle e sfruttarle nel modo più appropriato. Stiamo vivendo una drastica rivoluzione dell’informazione e della comunicazione con il rischio però di generare interpretazioni della realtà basate su opinioni personali non verificate né verificabili, dove tutti si sentono autorizzati a parlare di tutto. È evidente che la sola narrativa da seguire nella pandemia da SARS-CoV-2 è quella raccontata dai dati ottenuti con metodo scientifico .