La tutela dei bambini da tutte
le forme di disuguaglianza




Se la pandemia è definita come ‘il virus della disuguaglianza’,
allora si conferma sempre più prioritario l’impegno
per la tutela dei diritti dei soggetti in età evolutiva.

di Annamaria Staiano

Presidente Società Italiana

di Pediatria

presidenza@sip.it

Abbiamo invitato la Professoressa Annamaria Staiano, che ha accettato volentieri, a redigere l’editoriale
di questo numero della Rivista inaugurando
il suo mandato come nuova Presidente
della Società Italiana di Pediatria.

A Lei vanno i ringraziamenti e gli auguri
di buon lavoro di tutto il Comitato Editoriale
di
Area Pediatrica.

Luciana Indinnimeo

È per me un onore iniziare il mandato da Presidente della Società Italiana di Pediatria con questo editoriale e approfitto di questa opportunità per ribadire che mi impegnerò al massimo per continuare la strada già intrapresa dai miei predecessori nella tutela dei diritti dei soggetti in età evolutiva.

Gli ultimi mesi, segnati dalla pandemia che ci stiamo faticosamente lasciando alle spalle, hanno fatto emergere delle nuove priorità. Tra queste, una di quelle che ritengo più rilevanti e meritevoli di attenzione è certamente la lotta alla disuguaglianza, sia sociale che territoriale. Infatti, alcuni degli elementi fondamentali per una vita dignitosa che a molti potrebbero sembrare scontati, quali l’accesso all’istruzione, all’assistenza sanitaria e ad una abitazione adeguata, non sono garantiti ad una quota rilevante della popolazione, anche pediatrica. La pandemia ha messo in risalto i profondi limiti dell’attuale organizzazione economica, sociale e sanitaria del nostro Paese, e si è abbattuta su un’Italia nella quale la disuguaglianza era già presente, a causa della notevole disparità di distribuzione della ricchezza nazionale verificatasi negli ultimi 20 anni. Basti pensare che già nel 2019, la quota di popolazione più ricca, pari al 10% del totale, possedeva oltre 6 volte la ricchezza della metà più povera. La pandemia ha esasperato la situazione e, non a caso, il SARS-CoV-2 è stato definito ‘il virus della disuguaglianza’. I dati sulla disuguaglianza socio-economica raccolti da OXFAM Italia a gennaio 2021 sono estremamente allarmanti: alla fine dell’estate 2020, quindi al termine del primo lockdown, nel 20% delle famiglie con figli minori di 14 anni l’accudimento dei bambini ha reso necessaria una riduzione dell’orario di lavoro o, addirittura, la rinuncia all’attività da parte di uno o entrambi i genitori, nonostante il 30% dei soggetti dichiarasse di non disporre di risorse sufficienti per far fronte alle spese essenziali. Disuguaglianze preoccupanti sono riportate anche nell’ambito educativo. La didattica a distanza ha esacerbato le presistenti disparità, in quanto l’accesso all’istruzione è diventato subordinato alla disponibilità di supporti elettronici, competenze nel loro utilizzo, connessione internet e spazi per seguire le lezioni. Tali elementi hanno ulteriormente incrementato l’abbandono scolastico, i cui tassi erano già molto elevati in alcuni territori, prevalentemente del Sud Italia.

Tutto quanto descritto va di pari passo con le ben note carenze in termini di attività di contrasto alla povertà educativa, strumenti di supporto alla genitorialità e servizi per l’infanzia che hanno determinato il progressivo e, apparentemente irrefrenabile, calo della natalità riscontrato nel nostro Paese negli ultimi anni.

Una speranza ci viene offerta dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che prevede, ad esempio, un aumento del numero di asili nido e scuole per l’infanzia e un potenziamento delle politiche per le famiglie vulnerabili. Sebbene quanto definito possa sembrare insufficiente a colmare le profonde carenze accumulate negli ultimi decenni, si tratta comunque di un buon punto di partenza. Tuttavia, è fondamentale che quanto proposto venga tradotto in azioni concrete, che potrebbero rappresentare una irripetibile opportunità per il futuro del nostro Paese e delle nuove generazioni