MUAC

Efficace indicatore di stati nutrizionali carenti,
può essere utile per avviare precocemente
una terapia nutrizionale.

Luciana Indinnimeo

direzione.areapediatrica@sip.it

MUAC è l’acronimo di Mid-Upper-Arm-Circumference ed è un braccialetto che serve a misurare la circonferenza del braccio dei bambini di 6–59 mesi di età e valutarne rapidamente lo stato di nutrizione. Se la circonferenza del braccio sinistro misurata con il MUAC è inferiore a 11,5 cm indica uno stato di grave malnutrizione, tra gli 11,5 e i 12,5 cm indica una moderata malnutrizione, se la misura è superiore a 12,5 cm non sono presenti segni di malnutrizione. Malgrado i progressi contro la fame nel mondo, nel 2017 la malnutrizione ha determinato un ritardo di crescita fisica e mentale in circa il 23% di
151 milioni di bambini di età inferiore ai 5 anni e uno stato di grave denutrizione nel 7,5% di un campione di
51 milioni di bambini denutriti.

La scarsità del cibo e la malnutrizione sono diffuse in tutto il mondo. Dei 50 Paesi con la più alta percentuale di bambini < 5 anni che soffrono di malnutrizione, più della metà è in Africa, soprattutto nella regione sub-Sahariana, dove le condizioni di povertà estrema stanno diminuendo molto più lentamente che nel resto del mondo.




Il programma “Nutrition in Action” dell’UNICEF ha l’ambizioso obiettivo di debellare la malnutrizione infantile entro il 2025. Tale programma è coordinato dalla dott.ssa Diane Holland dell’UNICEF, la quale sostiene la necessità di un precoce riconoscimento di questa condizione e il MUAC è un efficace indicatore anche di modesti stati di malnutrizione, che consente di iniziare precocemente un programma di terapia nutrizionale. È dimostrato che i programmi di precoce recupero nutrizionale migliorano i rendimenti scolastici dei bambini, sono correlati ad una maggiore probabilità di incrementare anche del 50% i salari degli adulti, e di aumentare del 4–11% il PIL nei Paesi in via di sviluppo, in Asia e Africa. Gli elementi fondamentali del trattamento della grave acuta malnutrizione sono rappresentati dalla promozione dell’allattamento al seno, dalla riabilitazione nutrizionale con alimenti utili per il recupero dei tessuti consunti, dalla cura delle affezioni associate, dall’alimentazione integrativa e da tutte quelle misure che favoriscono l’inserimento nei programmi di prevenzione.

Negli anni 2014–2017 sono stati fatti importanti progressi e sono stati trattati in tutto il mondo circa 15 milioni di bambini affetti da grave malnutrizione, ma il numero è ancora molto basso perché attualmente solo uno su cinque bambini gravemente denutriti ha la possibilità di essere curato. Attualmente
11 nazioni sono coinvolte nell’impresa, obiettivo dell’UNICEF è raggiungere entro il 2021 il coinvolgimento di almeno 50 nazioni.

Appare evidente che il problema ha una dimensione tale che non può prescindere dall’aspetto politico ed economico, oltre che morale. In un’epoca “globale” ancora oggi la malnutrizione infantile non è un argomento prioritario nell’agenda politica internazionale. Ogni governo dovrebbe prendere un serio impegno nei confronti del problema, sia in ambito nazionale che internazionale. Ma anche ogni singolo cittadino dovrebbe sentirsi in prima fila nel porsi domande relative ai bambini che muoiono di fame, anche se non sono i propri bambini. In una comunità sempre più connessa e consapevole, debellare la malnutrizione infantile non è solo un dovere morale, è un atto di giustizia.

Per conoscere di più, consultare il sito www.unicef.it