Riflessioni dalla Cina

Luciana Indinnimeo

direzione.areapediatrica@sip.it

Di ritorno da un interessante viaggio in Cina voglio condividere con voi alcune riflessioni. La Cina è un Paese di estremi che risponde ai desideri di chi ama emozionanti avventure ma anche di chi è semplicemente curioso. È possibile scegliere il vostro “estremo preferito” tra le più alte vette del pianeta, i treni (e gli ascensori) più veloci del mondo e le più grandi statue buddiste. Nel mio caso l’avventura che più ha stimolato la mia curiosità è stata la visita al Museo della Medicina tradizionale cinese “Hu Qing Yu Tang”, nella città di Hangzhou. Accanto al museo si trova una stupenda farmacia arredata con antichi mobili di legno scuro, perfettamente operativa, con file di pazienti con la ricetta in mano, in attesa di ricevere medicine a base di erbe. Come è noto la Medicina tradizionale cinese considera il corpo umano come un sistema di energia nel quale agiscono le sostanze fondamentali del (energia vitale), del xuè (sangue, liquidi nutritivi del corpo) e del tiyè (fluidi corporei e altri fluidi organici).




Il concetto di Yin e Yang è alla base di questo sistema. Eventuali situazioni disarmoniche tra Yin e Yang o tra le sostanze fondamentali possono essere determinate da cause interiori (emozioni), da fattori esterni (condizioni ambientali) o dalla combinazione di entrambi (lavoro, attività fisica, sesso etc.). Le tecniche di cura usate ‒ come l’agopuntura, il massaggio, le erbe, il regime alimentare ‒ mirano a riportare l’equilibrio tra questi elementi. La visita di questa farmacia mi ha affascinato, ma la folla dei “pazienti in attesa di trattamento” mi ha lasciato molto perplessa sulla reale efficacia di prescrizioni senza una solida base scientifica, poco o per niente vagliate con i criteri della Medicina basata sulle evidenze (EBM) o dell’Epidemiologia.

A questo proposito però mi sembra opportuno fare una riflessione sulla vita della professoressa cinese Tu Youyou, inserita tra i 100 più influenti personaggi del nostro tempo. La Tu Youyou, premio Nobel 2015 per la Medicina, ha ricavato da un’antica ricetta cinese l’artemisina, farmaco antimalarico estratto dall’erba Artemisia annua che viene usata da millenni in Cina proprio contro la malaria. Grazie al metodo scientifico, fondamento della Medicina occidentale, si è riusciti quindi a sfruttare una risorsa naturale che fa parte di un patrimonio custodito gelosamente da millenni da una cultura molto differente da quella occidentale. È bene tener presente che “naturale” o “tradizionale” non significa “sicuro” e che si possono verificare interazioni dannose tra i rimedi a base di erbe e i farmaci della Medicina occidentale. A questo scopo l’EBM e gli studi epidemiologici forniscono sufficienti garanzie da cattive sorprese. Attualmente l’artemisina è anche al centro di un’imponente iniziativa condotta in contemporanea dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dal Worldwide Antimalarial Resistance Network e dal Malaria Research and Reference Reagent Resource Center (MR4) per la comparsa di alcuni casi di malaria da Plasmodium falciparum resistenti alla artemisina nelle regioni di confine tra Cambogia e Thailandia. Si tratta di una minaccia che potrebbe ridimensionare una grande scoperta concepita dalla cultura orientale e sviluppata dalla cultura occidentale per il benessere di tante popolazioni.

Senza stabilire primati tra Oriente e Occidente, è mia profonda convinzione che tante sono le vie per la verità, da valutare ogni volta senza pregiudizi ●